O (ITA) : Pietra

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1. MORIRE

Catene chilometriche
Insaziabile ferro che scava
Solchi di giornate
Che masticano pelle

Il sole estivo irride
Il dolore mio immortale
Sorge assieme ad esso
E mentre il primo va' a dormire
L'altro non scompare

Sorride… lei sempre sorride
Le unghie sue, lame affilate
E ciò che rimane del cuore
Ci pensa il passato a schiacciare

Subire… ogni istante subire
Impazzire, non poter far uscire
Un male che uccide e non muore
Son vivo e continuo a morire

Trascinarsi in un limbo incolore
Respirare il rancido odore
Di una carne che muore e poi muore
Fatta a brani da ore d'orrore

I pensieri son vermi affamati
Nascon larve di nuovi dolori
E a spolpare le ossa gridanti
Ci pensan le risa là fuori

Morire

Morire, all'infinito morire
Morire, continuare a morire
Morire, non riuscire a morire
Morire, nient'altro che morire

Percorro lo stesso tunnel di sguardi
Dipingo ogni giorno gli stessi ritratti
Animandosi urlan ”perché non ci ammazzi?”
E il mio boia, nel petto, non vuol giustiziarmi

Ride cinico al tavolo
E mi getta gli avanzi
Schegge aguzze di sogni
Perduti ed infranti


E giugno… mi uccide di caldo
Saldandomi gli incubi addosso
E soffro a ogni canto del gallo
Destandomi sempre più vuoto

Lei danza… graffiandomi il cranio
E geme all'orecchio di un altro
Sepolto dal suo ricordo
Mi piego piangente al silenzio


2. OXO

I denti della notte
I morsi dell'angoscia
L'occhio della luna
Che illumina l'insonne.

Il letto/feretro
Il corpo madido
Asimmetrico giace
Tremulo e respira panico.

Inutile è la conta delle ore
Il muro dei pensieri è troppo alto
Infiniti zeri in cui incastrare mani
E mai arrivare a scavalcare quest'ostacolo
Denso come asfalto
Pesante come il corpo che abito

La stanza/cripta
Il buio avido
Fantasmatiche urla
Ore che passano

Alzarsi ad evacuare
Un piscio denso
E dentro il cesso
Guardare il proprio multiplo
Riflesso nello specchio.


3. MALEDETTO

Espulso dall'utero
In un mondo acromatico
Dotato d'angoscia
E forte di dubbi.

La testa abbassata
E ultimo in coda
Oscillo tra il vuoto
Del fuori e me stesso

Escluso dal gruppo
Del belare contento
Sepolto, ringhiante
Ad inalare veleno
E buio in un attimo
E l'infante è lo stesso
Isolato, maledetto.

Il centro, il petto
Come diario di bordo
Il nulla di fatto
Come sol risultato
Il silenzio dentro,
Il mio amico morto
Allo specchio, il maledetto.

Mordace, pulsante
Di un odio abissiaco
Nell'ombra due occhi
Scintillano d'ansia
Sfiatato rincorro
Il mondo dei loro
E le gambe non rispondono.

Il freddo diviene
Sempre più estremo
Ghiacciando la vita,
Soffiando via il sole
Lasciandomi inerme
A desister passivo
Reciso è ogni sorriso.

Statico, spento
Cementato dentro
Opaco, malato
Inchiodato al terreno
Piegato, spezzato
Spinto via dal vento
Che separa i sani
Da chi è maledetto.

Bianco in viso
Nero nel profondo
Solo in un angolo
Mentre tutto intorno
Si leva il coro:
“Isolate l'infetto, il morto che parla sì, il maledetto!!!”

Maledetto, privo di pace e luce
Maledetto, tutto quello che dice
Maledetto, sin dal suo primo giorno
Chiuso dentro il suo inferno.
Maledetto, tutto quello che tocca
Maledetto, nudo nella sua grotta
Maledetto, condannato a vita
Un colpo e farla finita...maledetto!!!


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